Agrivoltaico in Italia

In agricoltura risultano a fine 2022 quasi 42000 unità di produzione di energia solare, in crescita rispetto agli anni precedenti; queste occupano il 10% del fotovoltaico in Italia. 

Negli ultimi decenni, con la crescente consapevolezza della necessità di affrontare efficacemente i cambiamenti climatici, sono state esplorate varie soluzioni innovative per ridurre l’emissione di gas serra e promuovere la produzione di energia sostenibile, tra cui l’energia solare. 

In particolare, una di queste soluzioni coniuga la produzione di energia solare e l’agricoltura, e prende il nome di “Agrivoltaico”. Tale pratica rappresenta un enorme passo avanti nell’ottimizzazione del suolo e delle risorse unita con la produzione di energia rinnovabile, poiché consente la coltivazione e la pastorizia negli stessi spazi occupati da pannelli fotovoltaici. Questa sinergia tra agricoltura e produzione energetica potrebbe essere chiave nella diatriba tra la necessità della transizione energetica e la ragionevole richiesta di non convertire terreni con specifici usi del suolo. Oltre a contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di carbonio, l’agrivoltaico offre altri numerosi vantaggi: ad esempio protegge le colture, aumenta la resa agricola e crea nuove opportunità di occupazione nelle comunità rurali.

Contestualmente Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato le linee guida per l’installazione di impianti agrivoltaici, nelle quali sono descritti vari criteri, tra cui una specifica distanza dalle strade principali o dalle cabine energetiche primarie. Basandosi su questi spunti e sulle caratteristiche del suolo negli scorsi mesi, la agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha proposto una mappa del territorio italiano (ancora da validare), il cui obiettivo è individuare le zone dove l’agrivoltaico può avere maggiore efficacia.

Il team di Genius Loci ha impostato un’analisi basata sulla capacità ed uso del suolo, coniugata con il potenziale fotovoltaico e altri molteplici dati territoriali, per cercare di dare una risposta pratica alla necessità di caratterizzare i terreni italiani e quindi individuare quelli maggiormente adatti alla pratica dell’agrivoltaico; questa analisi è anche stata presentata alla Quindicesima Conferenza Nazionale di Statistica dell’ISTAT, ed il poster relativo è visionabile al link qui sotto:

Nella successiva tabella, è possibile avere una visione di insieme per quanto riguarda il potenziale fotovoltaico esprimibile dal territorio italiano. Sono infatti mostrati il numero e gli ettari complessivi funzionali, ovvero che rispettano quelle caratteristiche tecniche che li rendono idonei alla installazione di impianti fotovoltaici, in base alla grandezza del terreno. Questa analisi ci mostra un quadro di un territorio con ampie possibilità di crescita nel settore.

Dimensioni del terreno (ettari) Numero di terreni (migliaia) Terreni funzionali (migliaia) Ettari funzionali Terreni con pendenza media sotto il 10% (migliaia) Terreni a meno di 500m da un’area industriale (migliaia)
5-10 5022 1398 976378 1971 674
10-50 3864 1101 2167024 1571 519
50 -100 370 100 678111 150 44
Sopra 100 237 36 608992 64 19
Totali 9492 2635 4430505 3759 1256

 

Volendo ora specializzare l’analisi, concentrandosi sulla tecnologia dell’agrivoltaico per l’energia solare, bisogna considerare ulteriori elementi, quali l’uso del suolo, il suo consumo e la sua capacità, intesa come possibilità del terreno di esprimersi in agricoltura e/o pastorizia; questi devono essere poi correlati al potenziale fotovoltaico esprimibile. Una analisi di questo tipo può risultare complessa e dispensiosa.

Per questo articolo, è stato formalizzato questo studio per la regione Toscana; essa è particolarmente interessante da valutare, essendo già al momento indicata come luogo di possibile implementazione di impianti agrivoltaici

La mappa qui presente è il risultato ottenuto. I vari elementi combinati sono stati normalizzati in uno score agrivoltaico complessivo, dove il valore massimo indica un terreno perfettamente idoneo ed indicato per questa tecnologia. 

Osservando la mappa ottenuta da questa analisi, elaborata su tutti i terreni delle province interessate, si nota a colpo d’occhio come le zone della piana pisana è particolarmente indicata per l’installazione di impianti agrivoltaici (colore giallo), mentre le zone densamente urbanizzate hanno un valore pari a 0. Risulta interessante notare come luoghi come l’isola d’Elba siano meno indicati, probabilmente per pendenza o orientamento dei terreni. Zone montagnose e collinari ottengono uno score più basso, ma comunque non zero, ad indicare alcune soluzioni (come attività di pastorizia in terreni con impianti fotovoltaici) siano comunque possibili su una fetta maggiore del territorio.  

 In conclusione, l’agrivoltaico si presenta non solo come un’innovativa risposta alle sfide ambientali, ma anche come un modello di successo per un futuro sostenibile. I dati mostrano chiaramente che questa pratica, che unisce agricoltura ed energia solare, ha la possibilità di essere efficacemente implementata nel territorio. Il suo potenziale di mercato è notevole, poiché le aziende e istituzioni si stanno impegnando sempre di più per abbracciare questa tecnologia all’avanguardia. In un mondo che richiede soluzioni innovative per affrontare le sfide climatiche, l’agrivoltaico si erge come un esempio di come la creatività umana possa rispondere a queste sfide in modo ecologico ed economicamente vantaggioso. È un chiaro segnale che il futuro verde è possibile, e l’agrivoltaico è sulla strada giusta per guidarci verso un mondo più sostenibile.